Alopecia androgenetica: capire la calvizie più comune

Scritto il 03/07/2025
da Andrea Lazzarin - Next Hair


L’alopecia androgenetica (AGA) è la forma più diffusa di perdita di capelli, sia nell’uomo che nella donna, ed è anche la principale ragione che spinge un paziente a considerare un trapianto.
Si tratta di una condizione geneticamente determinata e ormono-dipendente, caratterizzata da un progressivo assottigliamento e miniaturizzazione dei capelli nelle aree sensibili agli androgeni del cuoio capelluto.

Comprendere la natura di questa patologia è cruciale: significa non solo valutare correttamente la possibilità di un trapianto, ma anche impostare strategie di mantenimento a lungo termine, perché la battaglia contro la calvizie non si gioca in un solo giorno.


Meccanismi biologici

Il cuore del problema risiede nella sensibilità genetica del follicolo pilifero agli androgeni, in particolare al diidrotestosterone (DHT), metabolita attivo del testosterone.

Nei soggetti predisposti, il DHT si lega ai recettori androgeni dei follicoli situati nelle zone frontali, mediali e del vertice, provocando:

  • accorciamento della fase anagen (fase di crescita attiva del capello),

  • progressiva miniaturizzazione del follicolo,

  • produzione di capelli sempre più sottili e fragili,

  • fino alla scomparsa del fusto visibile.

Un processo cronico e progressivo, che può iniziare già in giovane età e avanzare a velocità variabile. 👉 vedi approfondimento su DHT e calvizie.


Presentazione clinica

La manifestazione clinica varia tra uomo e donna.

  • Negli uomini il quadro classico è la stempiatura, il diradamento nella zona mediana e la rarefazione al crown (vertice), con conservazione della zona occipitale e temporale, che diventa la principale area donatrice per il trapianto.

  • Nelle donne, invece, la perdita è più diffusa, con riduzione della densità centrale ma conservazione della linea frontale. In questo caso si parla di pattern di Ludwig, più difficile da camuffare e spesso più complesso da trattare.

Per orientarsi correttamente si utilizzano scale cliniche come la Scala Norwood-Hamilton per l’uomo e la Scala di Ludwig per la donna.


Diagnosi: più di un colpo d’occhio

La diagnosi è clinica, ma viene supportata da strumenti fondamentali:

  • Tricoscopia: permette di osservare la miniaturizzazione e la variabilità del calibro dei capelli.

  • Pull test: misura l’attività del diradamento.

  • Fototricogramma o Trichoscan: essenziali per monitorare la progressione e l’efficacia delle terapie.

  • Esami ormonali (soprattutto nella donna): utili a escludere patologie endocrine concomitanti.

Questi strumenti permettono di distinguere l’AGA da altre condizioni come alopecia areata o telogen effluvio, che richiedono approcci completamente diversi.


Evoluzione e fattori aggravanti

L’alopecia androgenetica segue un percorso progressivo e, senza trattamento, tende ad avanzare. Fattori come stress cronico, squilibri nutrizionali, malattie sistemiche o un uso scorretto di cosmetici e farmaci possono accelerare il processo.

Ecco perché, anche in previsione di un trapianto, è cruciale stabilizzare la caduta attraverso terapie mediche (vedi approfondimento su Minoxidil uso topico o orale e Finasteride e dutasteride.


Perché l’AGA è centrale nella pianificazione del trapianto

L’alopecia androgenetica è l’indicazione principale al trapianto, ma valutare lo stadio evolutivo significa:

  • stimare il numero di unità follicolari necessarie,

  • progettare la hairline in maniera realistica,

  • calcolare l’evoluzione futura della calvizie,

  • integrare con terapie di mantenimento per preservare i capelli non trapiantati.

Un errore di valutazione può tradursi in aspettative deluse, o nella necessità di ripetere più interventi in tempi ravvicinati.


Conclusione
L’alopecia androgenetica non è un destino ineluttabile, ma una condizione complessa che richiede conoscenza, diagnosi precisa e pianificazione strategica.
Solo così il paziente potrà affrontare un eventuale trapianto con la consapevolezza giusta e ottenere risultati naturali, stabili e duraturi nel tempo.


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