Shock Loss dopo un trapianto di capelli: cos’è, quando avviene e come affrontarlo

Scritto il 18/07/2025
da Andrea Lazzarin - Next Hair


Tra le possibili reazioni fisiologiche successive a un trapianto di capelli, una delle più comuni (e spesso fonte di preoccupazione) è il fenomeno noto come Shock Loss. Comprendere in cosa consiste, perché si verifica e quali sono i tempi di recupero permette al paziente di affrontare questa fase senza ansia e con la giusta consapevolezza.


🔬 Cos’è lo Shock Loss?

Lo Shock Loss è la caduta temporanea di capelli — sia trapiantati che nativi — che può manifestarsi entro le prime settimane o mesi dopo l’intervento.

È una risposta transitoria del cuoio capelluto al trauma chirurgico, dovuta a fattori come:

  • manipolazione dei tessuti,

  • stress infiammatorio post-operatorio,

  • variazioni vascolari e microcircolatorie.

📌 Importante: il termine “shock” non indica un danno permanente, ma un blocco temporaneo dell’attività follicolare, che rientra fisiologicamente nel normale ciclo di ricrescita.

👉 Per capire meglio l’evoluzione del capello nelle varie fasi, ti consiglio di leggere anche Cosa aspettarsi dopo un trapianto: ricrescita, tempi e sensazioni normali.


🔄 Tipologie di Shock Loss

1. Shock Loss dei capelli trapiantati

  • È parte naturale del percorso post-trapianto e interessa praticamente tutti i pazienti.

  • I fusti visibili cadono entro 2–4 settimane, mentre il bulbo follicolare resta vitale sotto la cute.

  • La ricrescita riparte normalmente dal 3°–5° mese.

2. Shock Loss dei capelli nativi

  • Colpisce i capelli non trapiantati circostanti, soprattutto se già miniaturizzati da alopecia androgenetica.

  • È più frequente nei soggetti giovani o nelle zone trattate con alta densità di innesti.

  • Questi capelli, se non troppo compromessi, ricrescono in 3–6 mesi.

3. Shock Loss in area donatrice (raro)

In casi molto rari, alcuni pazienti possono osservare diradamento transitorio anche nella zona occipitale o donatrice.
Le motivazioni scientifiche includono:

  • trauma chirurgico ripetuto (prelievo di numerose UF concentrate),

  • microvascolare temporanea, con riduzione del flusso sanguigno locale,

  • inflammaging post-traumatico, ossia micro-infiammazioni che inibiscono temporaneamente l’attività follicolare.

📌 Anche in questo caso, il fenomeno è reversibile: i follicoli, se non già miniaturizzati, recuperano spontaneamente entro alcuni mesi.


⏱ Quando si verifica?

Lo Shock Loss può comparire tra il 15° giorno e il 3° mese dopo l’intervento.
L’intensità varia da paziente a paziente: alcuni notano solo un leggero assottigliamento, altri una caduta più evidente in aree localizzate.


✅ È reversibile?

Sì. Nella quasi totalità dei casi, lo Shock Loss è completamente reversibile.

  • I capelli trapiantati caduti ricrescono in 3–5 mesi.

  • I capelli nativi recuperano in 3–6 mesi.

  • Nei pazienti con capelli nativi molto miniaturizzati, alcuni follicoli potrebbero non riprendersi del tutto: ecco perché è importante affiancare l’intervento con una strategia medica di mantenimento con eventuali sedute di PRP o Mesoterapia che aiutano a velocizzare il recupero.

👉 Per approfondire le opzioni terapeutiche, ti consiglio di leggere Terapie combinate per la caduta dei capelli.


🛡 Come prevenire e gestire lo Shock Loss

💊 Terapie di supporto

  • Proseguire o iniziare terapie farmacologiche (finasteride, minoxidil) appositamente prescritte dal proprio Tricologo di fiducia.

  • Valutare trattamenti rigenerativi come PRP o microneedling post-operatorio.

  • Utilizzare lozioni stimolanti a base di peptidi, caffeina o complessi vitaminici.

🧘‍♂️ Stile di vita

📸 Monitoraggio costante

Scattare foto mensili e caricarle inviarle al numero Whatsapp in dotazione di Trapianto FacileAPP consente al team medico di per un monitoraggio costante..

👉 Per un approfondimento utile, leggi anche Prurito dopo il trapianto: cause e rimedi, dove viene spiegato il ruolo dell’infiammazione cutanea post-operatoria.


Conclusione

Lo Shock Loss post-trapianto è un fenomeno frequente, temporaneo e del tutto fisiologico.
Che interessi i capelli trapiantati, i nativi o — in rari casi — una porzione della zona donatrice, non compromette il risultato finale.
Con la giusta strategia di supporto, pazienza e monitoraggio, il cuoio capelluto recupera completamente, portando alla stabilizzazione e maturazione del trapianto.


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La serenità passa dalla conoscenza: non restare nel dubbio, affidati a chi segue ogni fase del tuo percorso.