Caduta stagionale dei capelli: autunno, primavera e altri periodi dell’anno spiegati dalla scienza

Scritto il 02/07/2025
da Andrea Lazzarin - Next Hair


Ogni anno, tra fine estate e autunno, molte persone notano un aumento della caduta dei capelli. Un fenomeno che spesso viene percepito come segnale di alopecia, ma che in realtà, nella maggior parte dei casi, è semplicemente una manifestazione fisiologica chiamata effluvio stagionale. Comprendere i meccanismi biologici che regolano questo processo è fondamentale per distinguere tra un evento normale e l’inizio di una vera patologia tricologica.


Il ciclo biologico del capello e i cambiamenti stagionali

Il capello segue un ciclo ben definito composto da tre fasi:

  • Anagen (fase di crescita, dura 2–6 anni)

  • Catagen (fase di transizione, dura 2–3 settimane)

  • Telogen (fase di riposo e caduta, circa 2–3 mesi)

In condizioni normali, circa il 10–15% dei capelli si trova in fase telogen. Tuttavia, la letteratura scientifica ha dimostrato che in alcuni periodi dell’anno la percentuale di follicoli in telogen può aumentare fisiologicamente.

👉 Per approfondire come funziona il ciclo vitale del capello leggi Ciclo di vita del capello.


Studi scientifici sulla caduta stagionale

Un importante studio pubblicato sul British Journal of Dermatology (Randall et al.) ha analizzato oltre 800 donne per 6 anni, rilevando picchi significativi di caduta in autunno (settembre-ottobre) e primavera (aprile-maggio).

  • In autunno, l’aumento della caduta è attribuito al passaggio in telogen di molti follicoli dopo lo stress ossidativo estivo (sole, salsedine, cloro). 👉Leggi anche come proteggersi correttamente dal sole cloro

  • In primavera, si ipotizza un meccanismo evolutivo di “ricambio sincrono” del pelo, simile alla muta degli animali, probabilmente legato alla variazione della durata della luce solare.

Dunque, la caduta stagionale non riguarda solo l’autunno: anche la primavera può rappresentare un momento critico, soprattutto per le donne in età fertile.

👉 Per approfondire leggi anche Perché perdiamo i capelli, dove spieghiamo i fattori genetici e ormonali che si intrecciano con quelli stagionali.


Fattori biologici coinvolti

  1. Ormoni e luce solare

    • La diminuzione di ore di luce in autunno modifica la secrezione di melatonina e prolattina, influenzando il ciclo follicolare.

    • Al contrario, in primavera l’aumento della luce solare altera i ritmi circadiani e la regolazione ormonale, sincronizzando i follicoli verso la caduta.

    👉 Scopri di più nel nostro articolo Il ruolo del sonno e dei ritmi circadiani nella salute del capello.

  2. Stress ossidativo

    • Sole, raggi UV e cloro estivi indeboliscono la fibra capillare e favoriscono l’entrata anticipata dei follicoli in telogen.

  3. Turnover biologico

    • Gli esseri umani conservano una “traccia” evolutiva della muta animale, con picchi di ricambio sincronizzati due volte l’anno.


Quando preoccuparsi?

La caduta stagionale è fisiologica se:
✅ dura 6–8 settimane al massimo
✅ non lascia aree visibilmente diradate
✅ il fusto mantiene spessore e consistenza

🚨 Va indagata se:

  • si prolunga oltre 3 mesi

  • si accompagna a capelli sempre più fini e miniaturizzati

  • interessa zone localizzate come tempie o vertex (tipiche dell’alopecia androgenetica)

  • è associata a prurito, bruciore o desquamazione

👉 In questi casi, è utile una valutazione con Tricoscopia e dermoscopia per distinguere tra effluvio stagionale e forme patologiche.


Come affrontare l’effluvio stagionale

  1. Routine delicata: shampoo dolce, lavaggi regolari ma non aggressivi, evitare piastre e trattamenti chimici.

  2. Nutrienti chiave: ferro, zinco, vitamina D, biotina e aminoacidi solforati possono sostenere il metabolismo follicolare. 👉 Approfondisci in Integratori per capelli.

  3. Supporto medico: nei casi più marcati, il tricologo può proporre lozioni stimolanti leggere o terapie rigenerative come PRP o Mesoterapia e intradermoterapia.

  4. Monitoraggio fotografico: utile per distinguere tra un effluvio transitorio e un peggioramento progressivo.


Conclusione

La caduta stagionale dei capelli è un fenomeno reale, fisiologico e transitorio. In genere, non è motivo di allarme, ma va distinta attentamente dalle prime manifestazioni di alopecia. Una valutazione specialistica consente di tranquillizzare il paziente o, se necessario, impostare tempestivamente un trattamento.


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